martedì 30 settembre 2008

Ganza, questa cosa delle polìs

Per farla veramente breve, che già ho accennato ieri alla cosa. Ho scoperto che mica la posso votare tanto semplicemente, Giulia Innocenzi. Servono le firme per candidarsi.
E allora mi sono detto: su filosofia, sistema e modalità delle primarie del Pd, sono totalmente d'accordo con lei. E lei, a differenza di me, si è sbattuta per raccogliere firme, rompere i maroni e tutto il resto.
Sai che succede, io le do una mano.
Insomma. Mi sono trovato a provare in modo attivo (su scala minuscola, tuttavia convinta) quella cosa di cui si parlava già in Grecia millenni fa che oggi conosciamo col nome di democrazia.

Di quelle cose che scarichi il modulo dal sito del Pd, poi vai dai conoscenti e rompi i maroni e dici: dai, firma, no!... E quelli firmano.
Alcuni ti dicono no guarda, a me non interessa. Pazienza, rispondi.
Poi fai la ricarica al telefonino e spendi qualche euro per beccarti con gente potenzialmente interessata ma che magari non incontreresti facilmente prima di giovedì sera, quando spedirai il fax.
Capiamoci, roba che in confronto le lacrime nella pioggia sono una guerra termonucleare globale.
Però oh, hai visto mai.

lunedì 29 settembre 2008

Blame it on the guinness. Un post per quei pochi

Pare che non sia così semplice calcolare l'esatto numero di copie vendute da Thriller. Le stime vanno dai 47 ai 108 milioni. Il Guinness parla di 65. Link, link e link.

Cina vicina e cambi shimano

La benzina inizia a costare talmente tanto, in USA, che il mercato delle bici (sia tradizionali che elettriche) va alla grande. Lo dice Wired, qui.

Ottimismi

Qui Francesco Giavazzi ha scritto un articolo su quel che di buono c'è, nelle grandi crisi economiche.

Follow the leader

Tra le varie tristezze che suscita il Pd recentemente, una cosa che restituisce entusiasmo c'è. Una persona, più che una cosa.
Si chiama Giulia Innocenzi, è attivista dell'associazione Luca Coscioni e a un certo punto ha deciso di candidarsi alla primarie dei giovani del Pd. Sulle prime ha incontrato diverse rogne e stupidità burocratiche, alle quali ha risposto dannandosi l'anima e sollevando un vespaio pazzesco, smascherando anche un certo clientelismo alla base dell'organizzazione delle primarie. Ha ottenuto il rinvio e si è guadagnata una buona fetta di popolarità facendo la cosa giusta.
Il 17 e 18 ottobre ci sono le primarie dei giovani democratici.
Io la voto.
Qui c'è il suo blog.

sabato 27 settembre 2008

Che cazzo c'ho, con quelli come te

Brusco, retorico e uscito di fretta. Post sulle Pornoriviste, del resto. E notare l'ora.

Ad esso, cioè il concerto, assisto senza volerlo davvero. E' che c'erano in ballo degli amici ed ero lì, a fare un po' di felice casino mentre loro suonavano. E' che non sapevo cosa fare, la birra costava troppo e allora mi sono messo a guardarti suonare dal vivo.
E non mi va di fare l'ipocrita, snocciolando sociologia da due soldi, addossandoti la colpa di fare il punk confezionato coi fighetti, di elargire messaggi di protesta con i quali ti paghi la palestra in cui ti tiri il bicipite. Quello è il meno, conta zero e sono fatti tuoi.
Ancor meno ti do addosso perchè sei un musicista appena accettabile e te la meni da duro vero, quando a un gruppo come questo, per dire, dovresti almeno pregare di poter allacciare le stringhe delle scarpe. Fai cose schematiche, con melodie e coretti al loro posto e qualche testo che dà la carica e senso di appartenenza. Appartenenza a che cosa non lo so, ma come dite voi, noi facciamo quel cazzo che vogliamo. E quindi appartenete a quel cazzo che volete, credo. Ma comunque, sono mica le canzoni, il vero problema.
Ti do addosso perchè mentre ti godi la fortuna di stare sul palco a cantare canzoni che la gente canta insieme a te, fai lo stronzo arrogante che la sa più lunga di noialtri di là dalle transenne. Perchè mentre fai il tuo pezzo più famoso un fan ti sale sul palco, canta la strofa del tuo pezzo più famoso e tu gli dici, sprezzante e tamarro: "Oh, ma come cazzo canti?"
Perchè fra una canzone e l'altra tiri una schitarrata, ti muovi da cinghiale in discoteca e butti lì un "Iscrivetevi a economia e commercio in Bocconi, scegliete la strada vincente" col tono di chi ha capito come gira 'sto mondo di merda e si prende la briga di dirglielo, agli sfigati che stanno dall'altra parte.
Perchè mentre canti, fra l'altro, canzoni dai testi sentimentali e romantici, vendi il tuo cinismo sciatto dalla fronte piccola pensando di essere stato l'unico sveglio abbastanza da fare affari col mondo.
Magari poi, non sei davvero così e sul palco reciti la tua parte come tutti. E' che nessuno te l'ha chiesto, di fare lo squalo della finanza fra i rimasugli punk della provincia di Bergamo.
E arrivati al caffè hai rotto i coglioni.
Il resto, mon Dieu, sono i gusti della gente.

venerdì 26 settembre 2008

Cercare di dire quasi la stessa cosa/2


Ben Bernanke e Henry Paulson, rispettivamente presidente della Federal Reserve e Ministro del Tesoro americano, hanno fatto pressioni al Parlamento americano per l'autorizzazione di un prestito di 700 miliardi di dollari, in soccorso alle istituzioni finanziarie.
Nonostante il vertice del Parlamento abbia resa nota la volontà di appoggiare il piano, i suoi membri ordinari stanno protestando contro quella che è stata definita la più grande sovvenzione nella storia americana. Ma quanti sono 700 miliardi di dollari?

Un sacco, o non così tanti. Gli Stati Uniti hanno circa 300 milioni di abitanti oggi, quindi la sovvenzione equivale a circa 2300 dollari a persona. E' più o meno quello che abbiamo pagato, in media, per benzina e gas nel 2006 (2267 dollari) e poco meno della pressione fiscale media procapite (2342 dollari).

Al di là delle medie, 700 miliardi di dollari equivalgono a circa 12 Bill Gates. Il valore totale dei 400 di Forbes (lista dei 400 americani più ricchi, ndgeffe) ammonta a 1570 miliardi di dollari, cioè più del doppio del costo dell'intervento richiesto al Congresso.

Titanic è stato uno dei film più trionfali di sempre al botteghino, e ha raccolto 1,8 miliardi in tutti il mondo. James Cameron dovrebbe fare circa 381 film alla Titanic per coprire i debiti di Wall Street. Secondo i Centri di controllo e prevenzione delle malattie, nel 2000 il costo annuale dell'obesità negli Stati Uniti era di 117 miliardi, più o meno un sesto del prestito, ma la cifra è stata contestata.

Se il governo federale travasasse il PIL della Florida, si potrebbe coprire la sovvenzione. Inavdere i Paesi Bassi sarebbe un buon consiglio, visto che l'anno scorso il loro Prodotto Interno Lordo ammontava a 768,7 miliardi di dollari. Ma, chiaramente, l'invasione costa un sacco di soldi. Nel 2003, l'amministrazione Bush dichiarò al Congresso che la guerra in Irak sarebbe costata tra i 60 e i 100 miliardi dollari, ma ci sono stime secondo cui, fino a oggi, siano stati spesi circa 600 miliardi. Se il Tesoro dovesse ricevere autorizzazione dal Congresso per prestare 700 miliardi, il debito nazionale salirebbe solo del 7%. Oggi, gira attorno a 9600 miliardi di dollari.

Facciamo finta che Slate (giornale online da cui dico quasi la stessa cosa di quest'articolo, ndgeffe) facesse pagare ai suoi inserzionisti 30 dollari per 1000 annunci pubblicitari, cioè la tradizionale cifra industriale (qui non mi torna tutto, ndgeffe). E immaginiamo per un secondo che, per coprire l'uscita del prestito, il governo federale decidesse di nazionalizzare Slate. Avremmo bisogno che i nostri lettori visitino abbastanza pagine per vedere 23.300 miliardi di banner prima che a Washington siano soddisfatti.

Per una prospettiva storica, considerate che il piano Marshall, costò agli USA circa 13 miliardi di dollari. Ovviamente, nel 2008 sono più di 100 miliardi. E Niall Ferguson ha proposto una stima secondo cui, in riferimento all'attuale PIL USA, sarebbero 740 miliardi.

Infine, in termini apocalittici, 700 miliardi non sono poi chissà che. Se non si farà nulla per cambiare il modo in cui finanziamo il sistema di previdenza sociale, le riserve del fondo fiduciario saranno esaurite nel 2041. Questo significa che, fra 75 anni, nelle casse della previdenza ci sarà un deficit di 4.300 miliardi di dollari, ovvero circa sei volte il prestito.

Secondo il rapporto Stern (firmato dall'ecnomista britannico Nicholas Stern) i mutamenti climatici globali potrebbero costare al pianeta 9.000 miliardi di dollari (quasi 13 prestiti) se non ci si dedica al problema entro i prossimi dieci anni.

[E' venuta un po' così, e ho scelto anche un articolo piuttosto breve. L'articolo originale è pieno di link (toh, il web ti permette di citare le fonti!...) e se vi interessano l'ho linkato l'originale nel titolo lassù; ndgeffe]


Cercare di dire quasi la stessa cosa

Essenzialmente, è una cosa di abitudine. Abitudine, ritorno di utilità al sottoscritto e un filo di senso economico.
C'è che qualche anno fa ho comprato un libro che si chiama "Advanced learner's english dictionary" edito dalla Collins Cobuild. Un vocabolario d'inglese, monolingua. L'ho pagato diversi cicci e l'ho usato due volte in tutto. Ma proprio due volte.
E allora no. Allora unisco l'utile al dilettevole.
So che può infastidire il fatto che in questo blog ci siano link ad articoli in inglese, senza lo sputo di più di una riga di riassunto. E che non si tratta tanto, per chi legge, di superare lo scoglio della lingua, ma di avere tempo e voglia di farlo. E allora lo faccio io, via.
Se Fonzie ha saltato lo squalo, io supero lo scoglio. (Non c'entra niente, la cosa dello squalo, almeno con l'attività in questione, ma mi sembrava un buon gancio.)
Servizio, il mio, che verrà erogato ogni tanto, eh. Tipo ogni 10 giorni. E magari non tutto l'articolo, che sopra Varese la prendono per la lunga, molto spesso.
E così, per parafrasare Umberto Eco, cercherò di dire quasi la stessa cosa. Comincio fra un attimo.

Safranfoerismi

Spinto dal post di Nich, volevo scrivere qualcosa su Jonathan Safran Foer. Poi girando su Slate ho trovato quest'intervista. E' in inglese, ma si capisce tutto piuttosto bene.

E diciamolo

Sapete che c'è? Al di là del testo banalotto e la strambezza del "fuck you", gli scambi vocali fra J Ax e Paola Turci mi piacciono parecchio. Soprattutto verso la fine.

giovedì 25 settembre 2008

I libri di Luca

Dice Lorenzo Cairoli che oggi esce un libro che potrebbe fare il superbotto di vendite, à la Codice da Vinci però scritto meglio.

mercoledì 24 settembre 2008

Welcome to Earth: Population 0

Leggo su questo blog che History Channel ha realizzato un documentario (tecnicamente si potrebbe definire tale? Diciamo un fantadocumentario) in cui si simula e rappresenta come sarebbe stato il mondo oggi senza la presenza della razza umana. Qui si può vederlo tutto.

I burn money at the lights of a sign

Salta fuori che i Rancid hanno fatto un concerto in stile unplugged qualche tempo fa. Su Youtube ci sono un po' di cose. Soprattutto cover, fra cui Time of your life dei Green Day e Cretin Hop dei Ramones. Io butto qui la cover di Gates of the West dei Clash. Non la fanno benissimo, a Lars scappa da ridere e tutto quanto, ma la scelta della canzone merita parecchio.

martedì 23 settembre 2008

Un'altra tacca/3

Presentato pure il telefonino, di Google. Nei negozi USA dal 22 ottobre.

Un'altra tacca/2

Dopo il browser, altra novità dalla gente di Google. Si chiama Knol.
E che cos'è, Knol?
Bah, Wikipedia dice che diversi esperti reputano Knol un tentativo effettuato da Google per imitare Wikipedia.

"The Grand Canyon of Lower Manhattan"

A loro sembrava strano, che ci fosse un superbuco, dalle parti delle fondamenta di quel che rimane a ground zero.
In effetti era strano: gli ingegneri al lavoro per la costruzione della torre numero 4 del nuovo complesso hanno scoperto una specie di supergrotta sotterranea, risultato del ritiro di un ghiacciaio cominciato 20.000 anni fa.

- Facciamone un acquario, riempiamolo con dei pesci. Facciamo qualcosa di speciale, non il solito edificio. Ha detto un operaio a proposito.

lunedì 22 settembre 2008

Che più bianco non si può

Stavo studiando, cinque minuti fa.
Un manualetto fra il divulgativo e lo specialistico, in cui si collezionano e riassumono tutti gli studi culturali e gli approcci delle varie scienze umane rispetto alle varie classificazioni di cultura. Roba che riempie la bocca e di cui, al di fuori delle università, non frega niente a nessuno. (Aridatece Calvino!...)
Ma comunque. Arrivato agli anni '70, al trionfo del postmoderno e della confusione che genera questa categoria, mi sono imbattuto in una frase che per quanto laconica e timidamente perentoria meriterebbe di essere scelta come slogan universale:

Après la modernité, on peut simplement être actuels.
Dopo la modernità, ci si può semplicemente definire attuali.

Per rimanere in tema, anzi, in lingua: chapeau.

Si capisce che vi consiglio di ascoltarlo?

Nella cassetta che misi insieme qualche mese fa (irraggiungibile ora: quelli di Muxtape hanno casini con la "SIAE americana", chissà come mai) c'era una canzone di Ben Folds. Ve la ripropongo qui sotto, che è un capolavoro.
Ma comunque.
Ben Folds è un cantautore americano che scrive canzonette melodiche e di buon tiro. Questo lo fanno anche altri. Ma lui ci mette il piano, sempre. E questo lo fanno pochi. Costantemente, lo faceva Elton John, ma ecco, i gusti sono gusti.
Il 17 settembre in Giappone è uscito l'ultimo disco di Ben Folds, Way to normal. Poi uscirà anche di qua dal sol levante.
Dopo averlo ascoltato due volte due, si capisce che in Way to normal c'è da canticchiare e fischiettare per un paio d'anni: Ben Folds, lo sa il cielo quanto è bravo.

Boomp3.com

sabato 20 settembre 2008

E pulite quella cazzo di macchina

Su Wikipedia ce ne sono parecchie, di voci bizzarre e molto poco convenzionali rispetto alle enciclopedie cartacee. In particolare, quella sul mistero della valigetta in Pulp Fiction, ecco, mi stupisce abbastanza.

venerdì 19 settembre 2008

Già

Buona vignetta sul Pd presa da questo blog:


Mah

Non ho capito se è una roba fintissima, o se invece è una promozione stramba come poche. Però qui sotto c'è Ben Kingsley (quello di Schindler's List) che sale sul palco e canta una canzone dei Minor Threat.


Sir Ben Kingsley STOMPS into the shoes of Minor Threat's Ian MacKaye from Mean Magazine on Vimeo.

giovedì 18 settembre 2008

Talkin' about Jimi Hendrix

E' un mito della musica rock, e quando si parla di lui, più che altro, si dice che suonava la chitarra anche con la cistifellea tanto era bravo. Poi qualcuno saprebbe anche spiegare perchè era così seguito e perchè al suo nome si associa l'idea di una rivoluzione nel modo di suonare la chitarra, ma importa poco.
Per il grande pubblico, lui ha semplicemente scritto tante canzoni in poco tempo, ha piantato dei gran casini sui palchi di mezzo mondo e il 18 settembre 1970, a ventotto anni, è morto.

Boomp3.com

Sweet home, come quella di Hansel e Gretel

Lo dico io che sono magro da far spavento, mangio una discreta quantità di schifezze, non metto su un chilo e ho "ottime" (cito il dutùr Calvi) analisi del sangue.
Ma un giorno qualcuno dovrà prendere in mano la questione seriamente anche da noi del vecchio continente e buttare giù delle linee di discussione.
Se ne parla da anni, di là dall'oceano, dove la cosa è più sentita perchè il sistema sanitario funziona in un altro modo, e perchè di ciccia al fuoco se ne vede parecchio.
Si tratta del rapporto fra sanità e abusi alimentari. Ospedali contro obesi. Assicurazioni contro braciole di maiale. Medicinali contro trigliceridi.
Lo stato dell'Alabama ha approvato un provvedimento molto semplice, da questo punto di vista.
Tendo ad essere più contro che per questo tipo di decisioni. E l'obiezione "però, se serve, perchè no?" mi sembra semplicistica e faziosa. Se serve, cioè se dà risultati, è solo perchè nessuno vuole spendere più soldi nella sua assicurazione sanitaria, non perchè ci si accorge che, effettivamente, un certo stile di vita può causare problemi di salute. Quello lo sanno tutti, e il concetto di vizio è proprio questa roba qui: sapere che un'abitudine è dannosa, infischiarsene e portarla avanti lo stesso.
Tassare i vizi in questo modo, mah.

In ogni caso, tornando a noi. Quello che dice il provvedimento:

-Lavoratore?
-Sì, chi è?
-Sono lo stato dell'Alabama. Vieni qui un secondo che ti faccio una visita.
-Hmm, perchè?
-Perchè sei un po' paffutello e vogliamo vedere le meraviglie che viaggiano nel tuo sangue.
-E?
-E se vediamo che hai i valori sballati ti diamo un anno di tempo.
-Per fare cosa?
-Per darti una sistemata, che siamo stufi di pagarti patatine fritte e birre sul divano.
-Ma stato dell'Alabama, una manciata di cazzi suoi se li è mai fatti?
-...
-Va beh, se dopo un anno non mi sono sistemato?
-Paghi 25 verdoni in più sulla tua assicurazione sanitaria.
-Ah.
-Eh.

Grandezze

A proposito di Al Pacino, Robert De Niro e uno dei miei film preferiti:

mercoledì 17 settembre 2008

Olè

Meanwhile, in USA parte la quinta stagione di Dottor House.

Leggendo Creative commons

[A rileggerlo, questo post sembra un marchettone fatto per amici, e forse lo è, anche se non parlo di miei amici]

Ci sono questi, che hanno fondato un collettivo di scrittori anonimi. Sono italiani e sono piuttosto bravi.
Prima si chiamavano Luther Blissett, ora si chiamano Wu Ming.
Luther Blissett, oltre ad essere un pippone che ha giocato nel Milan un paio di decenni fa, è un nickname di culto in un mondo underground piuttosto oscuro, di cui si parla poco.
Per dirla grossa, dietro lo pseudonimo sta una di quelle forme di contestazione radicale, non schierata ideologicamente, che ogni tanto fa incursioni nel "sistema" mediatico e culturale. Scrittori, artisti, anarcoidi, pirati informatici.
Non fanno male a una mosca, sparigliano le carte, prendono per il culo e rompono i coglioni ai loro (pretesi o meno: fate voi) nemici di riferimento.
(Per chi vuole leggere delle loro gesta fra il sabotaggio e la bravata, di come quasi siano finiti a "Chi l'ha visto" e capirci qualcosa, tutti qui)
Ci sono questi, dicevo, che prendono il nome dall'accolita di radical e fondano il progetto italiano. E scrivono. Sono quelli che hanno scritto Q. Io l'ho letto, Q, se non altro perchè ero incuriosito dal titolo così bizzarro, e l'ho trovato un ottimo libro.
Al di là dell'ambientazione (l'Europa "postluterana" teatro di svariate guerre di religione) e della trama (gruppo di iperprotestanti che combatte il dispotismo vaticano, il quale alle loro calcagna ha messo una iena di inquisitore: Q, appunto) il romanzo ricorda un po' "Il nome della rosa" per le idee che ne stanno alla base: lo puoi frequentare come racconto godibilissimo e ben scritto, oppure puoi leggerlo attraverso la lente delle allegorie e scorgervi significati e messaggi che superano l'ambientazione e l'epoca specifica.

Tornando a loro, i soci di Luther Blissett, o Wu Ming, a 'sto punto, sono attivissimi: scrivono quintalate di cose e pubblicano romanzi e saggi di buon successo, di gran risonanza nelle varie comunità internettare. E' un movimento di nicchia, certo, anche perchè fare cultura e promuovere libri in rete non è una passeggiata. Ma piano piano hanno raccolto ottime recensioni e ottenuto attenzioni anche dai big dell'informazione: mi ricordo un articolo pubblicato da Repubblica tempo fa.
Ultimamente sono usciti con Grand River e con un libro di teoria narrativa e argomenti simili.
In ragione della loro etica un po' anarchica e piratesca, permettono di scaricare i loro lavori gratuitamente dal loro sito.
Poi pubblicano per Einaudi e Rizzoli, perchè cyberanarchico quanto vuoi, l'affitto non si paga da solo.
Però vale la pena, se capita, di leggere qualcosa.

martedì 16 settembre 2008

A proposito, immagino nessuno abbia notizie di...

... quelli che col governo Prodi c'è la recessione, oh yeah.

Lost in the supermarket

Poi ognuno si fa i conti come vuole, e su ste cose ricorre a studi e conoscenze varie.
Io di economia (quella tecnica e seria, non "l'invisibile mano che muove il mercato" e macroconcetti simili) so come Leopardi poteva sapere di NBA: ho dato un esame anni fa, scopiazzando dal vicino e rimediando comunque un voto basso.
Quindi, e già che ci siamo chiudo in rima, per capire qualcosa degli ultimi casini mi rifugio dall'ottimo Rampini.

lunedì 15 settembre 2008

Hanging around

Non si celebrano mai abbastanza, le newsletter.
Io le trovo un servizio di grande utilità. Non sono uno degli elementi più affascinanti e rivoluzionari del web, ma l'idea che ti arrivino via mail aggiornamenti su cose che ti interessano suona sempre abbastanza bene.
Fra le newsletter a cui sono iscritto c'è quella di Nessuno tocchi Caino.
(Inciso: se percepissi un reddito e avessi un cinque per mille da destinare a qualche benefattore là fuori, loro e Emergency se la giocherebbero un anno sì e un anno no.)
La newsletter di NTC arriva il sabato mattina, di solito. Non fa molto più di una cosa sola: riportare tutti i casi settimanali di pene capitali comminate nel mondo. Cina, Iran e Arabia Saudita ricorrono molto, ma anche il Vietnam non scherza. Gli USA ci sono poco.
Poco fa ho visto l'ultima newsletter. La leggo con un paio di giorni di ritardo, faccio per cestinarla quando da qualche parte nella mia corteccia cerebrale suona l'allarme e rileggo la prima notizia: in Giappone sono stati impiccati tre sessantenni, colpevoli dell' omicidio di una diciannovenne.
Tutto 'sto post, in fondo, per dire una cosa che probabilmente lascia anche meno del tempo che trova: neanche sapevo fosse in vigore la pena di morte, in Giappone. E che vadano di cappio al collo, capirete, non è di gran consolazione.

[Prima di pubblicare il post, ho fatto un giro su Wikipedia per vedere che si dice sulla questione. Due cose notevoli, delle quali questo articolo è segnalato come fonte. Uno, l'opinione pubblica giapponese è largamente favorevole alla pena di morte: nel 1999 un sondaggio ha rilevato l'80% dei sostegni da parte degli intervistati. Due, nel 2003 un pubblico ministero (o il suo equivalente nipponico, chissà come lo chiamano) di Tokyo è riuscito a ottenere l'impiccagione dell'imputato presentando al giudice una petizione firmata da 76.000 cittadini. Ecco, poi si può discutere una vita e si può passare da baciapile ad atei irremovibili con tutte le sfumature di mezzo. Ma su questioni di derivazione umanitaria come questa una tirata di vento di cultura cristiana non ci starebbe male.]

sabato 13 settembre 2008

"No, grazie" anche a Otto e Mezzo

Un po' mi dispiace che Ferrara non torni alla conduzione di Otto e Mezzo.
Era una trasmissione sua, una delle prime di La7 ad avere un certo seguito e, fra tutte le tribune politiche italiane, era forse la migliore per agenda e scelta degli ospiti.

(Prevengo già un commento: Porta a porta va in onda troppo tardi, sulla politica tira via in modo superficiale e i tempi di entrata dei vari ospiti smorzano il dibattito. E con Vespa c'è poca polemica e troppa cronaca nera, discussa pure nel peggiore dei modi: tiriamo fuori il plastico di Cogne?)

In effetti sì, non sempre Ferrara presentava l'argomento in modo imparziale. Talvolta nemmeno ci provava. E con la sua virata clericale ogni tanto i temi di discussione erano delle vere mattonate per l'orario in cui venivano trattati. Uno non è che ha sempre voglia di stare a sentire vescovi che se la prendono con la pillola del giorno dopo, ma pazienza, bastava cambiar canale.
(Storica, da questo punto di vista, la puntata intitolata: "La crocifissione di Gesù fu un atto di giustizia?" Sembrava una candid camera.)
Vabbè: prima giornalista, poi europarlamentare e infine -oplà- ancora giornalista, c'è Lilli Gruber a condurre Otto e Mezzo quest'anno. Lei e Federico Guiglia, che non ho mai sentito nominare. La Gruber è perfetta nel ruolo, anzi, peccato che non sia mai stata scelta da Ferrara come spalla. Sarebbero stati una grande coppia, ma forse i loro scambi avrebbero oscurato la presenza degli ospiti.
A un certo punto avrebbero anche fatto a meno di invitarli, mi sa.
Ad ogni modo, speriamo bene, altrimenti ci restano solo Tremonti e D'Alema a Ballarò.

venerdì 12 settembre 2008

Di quà e di là dal muro, Europa persa in trance

Poi la pianto, che già sono rompino di mio e così divento noioso.

Ma nella sua intervista all'ABC Sarah Palin non ha detto che non esclude di fare guerra alla Russia se non la pianta di fare casini nel Caucaso. (Ho appena visto Studio Aperto e questo è il messaggio che è passato. E sul sito del Corriere non è che la vendano tanto diversamente)

Letto la trascrizione? Ve la riassumo io.
Il giornalista le ha chiesto: è favorevole all'ingresso di Georgia e Ucraina nella NATO?
Lei: sì, certo. (Ma col pensiero avrà formulato una cosa come: sì, certo, ma chi glielo dice ai paesi membri di mandare soldati da quelle parti? Ciccia, fratello, ciccia.)
E l'intervistatore: ma allora, nel caso in cui la Russia invadesse uno di questi paesi, la NATO non dovrebbe intervenire militarmente?
E la Palin: "Perhaps so." Cioè, probabilmente sì. E poi spiega che è proprio questa la clausola principale dell'accordo atlantico.

(A freddo, la risposta da dare? "Il senso dell'ingresso della Georgia nella NATO è preventivo, da questo punto di vista: è presupposto essere il deterrente per la Russia di espandersi nel Caucaso.")

E qui ci riascoltiamo Live in Pankow dei CCCP, via.

giovedì 11 settembre 2008

Sondaggi, di là dall'oceano

Per quel che può valere, eh. Fatti i sondaggi, fatta la media fra tutti i sondaggi, è avanti McCain di due punti e mezzo.
(Poi basta con lo standard dei titoli)

Seriali, di là dall'oceano

Smart and stylish, dicono del pilota di Fringe.

Trasparenti, di là dall'oceano

Come spiega Christian Rocca qui e qui, Obama non ha fatto gaffe sulla sua fede musulmana e non ha paragonato la Palin a nessun rossetto di nessun maiale.
E per andare in anacoluto, così Nich può fare ancora commenti frizzanti, quelli che si fan l'amante, sono cavoli loro.

martedì 9 settembre 2008

Personal porno

Copio e incollo dall'ultimo numero di Internazionale la breve recensione di un libro in uscita che ha un suo perchè:

"L'avvento della banda larga, di YouTube e di altri siti affini, di sistemi di pagamento online semplificati e di videocamere di qualità a basso costo: questo insieme di fattori ha rivoluzionato il mondo del porno, consentendo a chiunque di diventare manager del proprio esibizionismo. Si va dalle persone comuni che diffondono i loro amplessi su YouPorn, alle casalinghe e studentesse che arrotondano posando in webcam. Federico Ferrazza, giornalista esperto di nuove tecnologie, racconta il mondo del porno fatto in casa, che sta scuotendo dalle fondamenta l'industria dell'hardcore e i suoi profitti. E lo fa attenendosi a fatti e cifre, senza concessioni a curiosità morbose, a cui l'argomento si presterebbe fin troppo bene."

Se v'interessa, qui lo vendono.

Per non parlare di UFO, botole e presidenti USA

Stasera negli USA, su Fox, andrà in onda il pilota di Fringe, una serie tv prodotta e co-creata da J.J. Abrams, il babbo di Alias, di Cloverfield ma soprattutto di Lost.
La serie finirà anche sul digitale fra un po' e in tv ci copriranno di pubblicità: "dal produttore di Lost, un'altra serie di grande successo che ha fatto impazzire gli americani" e via andare.
In rete, ovviamente, il pilota è in giro da parecchio tempo.
Dal pilota, Fringe sembrerebbe una roba:
1) alla X-Files per l'aria da scienza che fa l'occhiolino al paranormale e per il cospirazionismo galleggiante (ma se Mulder se la prendeva con le istituzioni qui c'è di mezzo una gigantesca multinazionale: sarà un effetto della globalizzazione)
2) alla 24 per la costanza di scene veloci dal ritmo serrato
3) alla Frankenstein perchè il dottorone fra i protagonisti è uno così, sputato uguale
4) alla filmaccio americano tutto plot incasinato e condensato che sembra che non ci capisci niente invece poi ti accorgi che è solo un filmaccio americano, con brutte idee e passaggi forzati qua e là. Ed è normale che non ci capisci niente
5) Che, per realizzazione, quantità di personaggi a cui ti affezioni e qualità generale, guarda Lost con almeno due o tre binocoli.
C'è il tizio che faceva Pacey in Dawson's Creek e c'è un caratterista nigga con un faccione che ti raccomando.
[Secondo me, per essere il pilota (la puntata iniziale, in cui autori e cast danno il meglio, per convincere pubblico e inserzionisti a investire tempo e denaro) non è del tutto convincente. Ma diamo fiducia a quel mattacchione di Abrams.]
Ma c'è questa battuta formidabile, a un certo punto, che fa perdonare i punti deboli della puntata:
"Da quanto tempo è morto?"
"Cinque ore."
"Interrogatelo."

P.s. Per dire l'aria che tira in rete su queste cose, qui si può vedere tutto il pilota in streaming.

lunedì 8 settembre 2008

Nemmeno a inventarsele, escono così bene

Mi stavo alzando dal laboratorio informatico qui in università, quando ho incontrato una mia vecchia compagna di corso, francese, che si chiama Dominique.
Cavoli tuoi, direte.
Sì.
Ma la cosa ha senso perchè cosa fai cosa non fai, le dico che avevo appena scritto una cosa sul mio blog. Ah, un blog, dammi l'indirizzo, son curiosa. Lei dà un'occhiata, vede il post di ieri sul CERN e dice: sì, sì, anch'io avevo letto una cosa simile qualche giorno fa. E dopo aver smanettato un po' mi fa leggere questo articolo.
In cui si dice che Wagner e Sancho, due fisici hawaiani (e qua cito, che c'è da sbellicarsi: "il primo un orticultore con studi in fisica, il secondo un teorico abbastanza oscuro") hanno presentato un reclamo, una denuncia, un ricorso, non so che diavolo di lamentela ufficiale al tribunale di Honolulu (che posto potrà mai essere, il tribunale di Honolulu?) chiedendo che al CERN venisse proibita l'inaugurazione degli esperimenti con il nuovo acceleratore di particelle, quelli che cominciano dopodomani. A quanto pare il tribunale non si è ancora espresso, ma dovrebbe farlo a breve.
Secondo Wagner e Sancho, e qua ci ricolleghiamo alle fesserie di ieri, il CERN potrebbe generare dei buchi neri, i quattro cavalieri, le trombe del giudizio, lingue di fuoco, le cavallette, eccetera.
Immagino che di fronte alla notizia i corridoi del CERN non siano esattamente tremati dalla paura, anche perchè in Svizzera, di quel che decide un tribunale americano, non può fregare una mazza.
Lettura dell'articolo consigliatissima, anyway.

Wordledropping

Wordle è una specie di tagcloud. Una tagcloud è una rappresentazione visiva delle parole chiave usate in un sito web o in un blog.
Io faccio 30 post, 18 sui film di Hitchcock, 7 sulla parmigiana e 5 sulla Norvegia e la tagcloud mi mostra Hitchcock scritto enorme, parmigiana scritto grande e Norvegia più piccolo. Più parlo di un argomento più la parola chiave diventa big, e così via.
Mi segnala Gio che Wired ha pubblicato il lavoro di Wordle, applicato però sui discorsi ufficiali di Bush, Obama, McCain, Palin, Biden e tutti gli altri protagonisti della vita politica 'merigana.
Al di là della bella grafica in cui sono messi e della ricorrenza bipartisan della parola country, mi aspettavo -sarò ingenuo, o prevenuto- di vedere God scritto più in grande per i repubblicani. E non pensavo di dover far così fatica a trovare la parola Iraq.
P.S. Speriamo che Obama riesca a mantenerla, la promessa.

Pernacchie, pernacchie e ancora pernacchie

E' passato un anno.
Io c'ero, e me lo ricordo.
Erano tutti uguali. Era un periodo in cui la classe politica italiana era composta da farabutti che intascavano un sacco di grano. Condannati dalla magistratura, spendaccioni, menefreghisti.
Ce n'erano alcuni ex membri della P2, altri accusati di collusione con la mafia, altri ancora -addirittura, pensate un po'- favorevoli alla TAV.
Era brutto, c'era aria di dittatura, di regime.
Noi cittadini eravamo soli e abbandonati.
Poi, non si sa come, è arrivato lui.
Un comico genovese.
Aveva un blog.
Prima odiava la rete, poi l'ha frequentata un po' e si è accorto che era molto utile. Soprattutto per fare un sacco di soldi, ma questo non conta perchè lui ci ha aiutati.
Ci ha liberati.
Li ha mandati tutti affanculo, ha fatto una manifestazione e gliele ha suonate e cantate, ai politici. Ha detto che avrebbe distrutto i partiti, che le sue liste civiche avrebbero rinnovato il panorama politico italiano e che basta, era ora di fare sul serio.
Berlusconi, Prodi, Fini, Veltroni. Li ha distrutti stando su un palco e la gente lo applaudiva e oh, dovevate vedere che roba.
Sì, ecco: è passato un anno dal V-day di Beppe Grillo, e io solo a pensarci un po' mi sento meglio.

domenica 7 settembre 2008

E poi il jet d'eau provocherà un'alluvione che....

Avevo già segnalato tempo fa il timore, oggi ancora più diffuso ma relativamente limitato, che i nuovi esperimenti condotti dal CERN da mercoledì possano causare la formazione di un buco nero che distrugga il pianeta. E già a scriverlo mi vien da ridere.
Ad ogni modo, sembra che tutta la faccenda sia scaturita dalla seguente dichiarazione di qualche scienziato di Ginevra:

"Ci sono scarse possibilità che l’acceleratore formi un buco nero capace di porre una minaccia concreta al pianeta. La probabilità che questo accada è estremamente piccola."

Da professionale uomo di scienza, il nostro non ha escluso in assoluto l'eventualità che il disastro si verificasse, e ad esso ha attribuito uno spicchio di probabilità.
Come dire: nello sterminato numero di eventi che può accadere, nel numero pressochè infinito di effetti che possono manifestarsi in seguito ai nostri esperimenti, sì, esiste una probabilità che salti fuori un buco nero e ci faccia tutti secchi.
Questo per capirci.
In reazione, i famelici e un po' meschini mass media hanno stappato lo champagne, riportando la notizia diffusamente; l'opinione pubblica ha assorbito la dichiarazione a modo suo, con la maggioranza di noialtri che, pur non essendo laureata in fisica delle particelle, ha liquidato la questione nella categoria "cazzate che si raccontano d'estate e per fortuna che le olimpiadi e i casini in Georgia hanno riempito dei buchi", mentre la minoranza in qualche modo ne ha parlato. La minoranza della minoranza, sta a vedere, un po' se l'è fatta sotto. (Ah, il millennium bug!...)
Questo per chiudere.
Nel nostro mondo, che senza ironia non è lo stesso in cui vive, lavora e parla uno scienziato del CERN, effettivamente, se le probabilità sono "scarse" significa una cosa come: secondo me non succede, è improbabile che succeda, non dovrebbe succedere, però oh, hai visto mai, non sono sicuro.
Ma il senso della dichiarazione dello scienziato, immagino, era una cosa tipo: "Ci sono più probabilità che il Torino vinca lo scudetto a punteggio pieno."
Il che, allo stato dei fatti del campionato di serie A, non si può escludere in assoluto, dal punto di vista scientifico.
Il che, data la nostra passione pallonara, è come dire: ma va a ciapà i rat.
Se vogliono mantenere la loro professionalità e farsi capire dall'oponione pubblica, e, soprattutto, da quella fetta di opinione pubblica un filo bacata, quelli del CERN la prossima volta dovrebbero ricorrere ad un esempio calcistico.

sabato 6 settembre 2008

Ancora tu?

Leggo su Repubblica che:
"Il nuovo testo della legge delega sul federalismo fiscale ha visto finalmente la luce. [...] Riconosce l'autonomia impositiva ai comuni, attraverso la "razionalizzazione dell'imposizione immobiliare, compresa quella sui trasferimenti della proprietà e di altri diritti reali". Fuori dal burocratese: reintroduce l'Ici, l'imposta comunale sugli immobili che il governo di centrodestra aveva cancellato per tutti i contribuenti con la prima casa, onorando una promessa elettorale di Berlusconi. Nessuno scandalo. E' accaduto l'inevitabile."

venerdì 5 settembre 2008

Casca Le Monde

Sto cercando di togliere un po' di ruggine alla mia conoscenza del francese, e mi sto facendo aiutare da Le Monde, il più importante quotidiano di centro-sinistra che si legge da quelle parti. Dell'edizione odierna, segnalo e riassumo:
1. L'editoriale, in cui si dice che la candidatura di Sarah Palin sposta i repubblicani un bel po' a destra, e smentisce ogni speranza su un rinnovamento interno del partito, cosa che la vittoria di John McCain faceva sperare. Il candidato repubblicano, infatti, non ha mai goduto la totale fiducia del partito proprio perchè poco allineato su diverse grandi questioni: da Guantanamo all'immigrazione, dalle politiche fiscali alla ricerca sulle cellule staminali. Non a caso, durante le primarie, in USA si diceva che eventuali elezioni fra JMC e Obama sarebbero state le elezioni più di sinistra della storia americana, a conferma dell'indipendenza dell'ex marine rispetto alla linea del partito. Ma la Palin è il segnale che, suggerisce e teme Le Monde, con JMC suonerà la stessa musica che ha suonato con Bush.
2. I dieci morti francesi in Afghanistan hanno risollevato il dibattito sul loro ruolo in guerra. Qui si fa una (lunga) analisi della situazione (soffermandosi, come fanno molti ormai, sull'ambiguità dell'alleanza col Pakistan) e si propongono due alternative possibili. Una, quella probabilmente preferita dagli americani, è l'aumento della presenza militare. La seconda è un lavoro di più ampio respiro: attenuare l'odio che molti afghani nutrono nei confronti dell'Occidente, incoraggiare le relazioni fra soldati e abitanti dei vari villaggi e investire di più sull'idea di un esercito afghano autonomo e competente.
3. Articolo in ricordo si Anna Goldi, "verosimilmente" ultima donna europea a essere stata condannata (prima decapitata poi bruciata) per stregoneria, nel 1782.
4. Infine un articolo che riporta le critiche e le proteste della Pravda al ritorno al potere di Charles De Gaulle. Ma stava alla fine del giornale, in una piccola rubrica intitolata "Le Monde, 50 anni fa."

giovedì 4 settembre 2008

Mine eyes have seen the glory, ma anche no

Oggi tutti sono favorevolmente impressionati dal discorso di Sarah Palin, i giornali italiani parlano del successo avuto nella convention, degli applausi dei repubblicani e della tenacia della candidata alla vicepresidenza.
Io ho letto la trascrizione del suo discorso, e oltre al fatto che ha fatto vendere un "luxury jet" su ebay, per il resto ho trovato:
1. Riferimenti alla famiglia, ai valori della famiglia, il padre era un pescatore.
2. Autocelebrazione del suo lavoro come sindaco e come governatore dell'Alaska. (Parentesi: che diavolo di competenza richiede governare uno stato come l'Alaska? Ma non sarà più difficile essere il sindaco di, che so, Cincinnati?)
3. Attacco ad Obama: non si capisce quello che vuole fare, è un po' un fighetto, vuole ritirarsi dall'Irak proprio mentre stiamo vincendo, vuole smettere di combattere Al Qaeda, vuole far spendere altri soldi al congresso, vuole aumentare le tasse. Eccetera.
4. Elogio sperticato di McCain.
5. God bless America, e tutti a casa.

Tutto tranquillo, no?
Deduco quindi che il successo avuto da Sarah Palin non derivi da cosa ha detto, ma da come lo ha detto. Non dal contenuto ma dalla forma. Insomma, ha convinto tutti perchè ha spinto li stessi tasti su cui -è la critica maggiore che gli viene rivolta- tradizionalmente spinge Obama.

(Appunto sul titolo: Mine di solito è pronome, ma MLK, da buon nigga, lo usava anche come aggettivo, vaglielo a spiegà)

Everybody, let's rock

Il 9 settembre la Apple terrà un "event" a San Francisco in cui, si dice, verrà presentato il nuovo iPod.

mercoledì 3 settembre 2008

Un'altra tacca

E' un po' la cosa più chiacchierata del web negli ultimi giorni, si chiama Chrome ed è il browser sviluppato da Google. Io sono molto affezionato al mio Mozilla Firefox, ma magari un giorno lo scarico. Qui.

martedì 2 settembre 2008

"Chi?" "E allora?" "Aaaaaaah...

Uno dei dischi che ho ascoltato di più l'anno scorso è Stage names degli Okkervil river, che avevo anche inserito nella mia cassetta qualche tempo fa.
(Sì, da noi gli Okkervil sono meno famosi dei Los Fastidios ma altrove hanno un gran seguito.)
Beh, comunque hanno fatto un altro disco: la seconda metà di Stage names e di cui Ondarock parla parecchio bene.

Certo

Pienamente d'accordo con l'ultima mossa di Veltroni.
(Se poi il 14 ottobre, ad un anno dalla costituente, annunciasse delle nuove primarie...)

lunedì 1 settembre 2008

Gol prima giornata

Ci ha pensato Ginoilboss, uploadando il servizio di Sky. Audio e video non perfetti ma è già qualcosa.

All we need is more factories pumping filth into the sky

Poi hai voglia a cercare di non cadere nello stereotipo. Hai voglia a dire no, ma le cose che riguardano l'America sono sempre più complesse e multiformi, si può mica incastrarle in schemi facili e pronti all'uso come certi prodotti da microonde. Più nello specifico, ti dici, non è che la destra americana è sempre composta da un ibrido di similzappaterra che adorano le armi, le compagnie petrolifere, strizzano l'occhio alla pena di morte e darebbero un pugno a tutti i movimenti prochoice.
Hai voglia, poi vai a vedere le posizioni di Sarah Palin sulle varie questioni politiche e un po' ti passa, la voglia.